Sic volvenda aetas commutat tempora rerum.

venerdì 20 aprile 2012

Recensione di "Man Alive" - > English version below! <




"Man Alive" degli Everything Everything.


Settembre 2010 - Polydor UK 




Sarebbe facile dire che "Man alive" è un ordinario e scialbo album di indie come ce ne sono molti. Invece merita sicuramente un ascolto più approfondito. Tante sono le influenze rintracciabili all'interno di "Man alive", si va dal pop al grunge, sprazzi di progressive si intersecano a suoni barocchi. Accenni minimalisti si affacciano nel brano "Schoolin'" dove sembra di sentire riecheggiare la chitarra di Metheny di "Electric Counterpoint", e nel brano "Come Alive Diana" dove un riff di fiati ci ricorda alcune composizioni di Glass.
Interessante è la parte ritmica di tutti brani, a partire da "MY KZ, UR BF" che ci annuncia la decisione da parte del gruppo di non affidarsi alla "dittatura pop" del quattro quarti. Molto ricercati e soprattuto ricchi i suoni su tutto il disco, quasi a voler dimostrare l'intenzione di non annoiare e di sorprendere continuamente l'ascoltatore. 
Estrosi ed eccentrici i testi, degni di un opera non dozzinale nella concezione e nell'esecuzione. Menzione d'onore per "Photoshop Handsome", divertente in tutto, testi canzoni e video. 

PERCHE' LO CONSIGLIO:  

Sicuramente per la grandissima vivacità, la bizzarria con la quale sono stati scritti ed arrangiati i brani. Un album sorprendente, dove la cura per la creazione e la realizzazione che di solito viene dedicata ai soli singoli in uscita promozionale quì suona evidente in tutte e dodici le tracce. E non sorprende infatti sapere che l'album abbia ricevuto nomination per il premio "Ivor Novello" e per il blasonato Mercury Prize. 

PERCHE' LO SCONSIGLIO: 

"Man alive" è sicuramente un disco che rispecchia la volontà di ricercare un sound agitato, dal ritmo incessante. Un ascolto distratto del disco non gioverebbe al vostro giudizio, andrebbe sentito con calma, meglio se di notte, per meglio carpire e gustare le intricate poliritmie e gli arrangiamenti. C'è anche da notare che il continuo utilizzo del falsetto da parte del cantante Jonathan Higgs può stancare (e ha stancato anche me). Altresì se vi attendete grandi ballads, melodie indeminticabili o assoli da maestri, questo è un disco che non fa per voi. 

Mattia.



ENGLISH VERSION:

"Man Alive" by Everything Everything

September 2010 - Polydor UK 




It would be easy saying that "Man Alive" is an ordinary and dull indie album as many others you might have heard before. This one surely deserves a thorough examination. Many are the influences traceable in the album, you get to hear some pop, some grunge, some progressive and some baroque pop. Hints of minimalist music are present, especially in the track "Schoolin'" where you get to hear that ethereal-like sound you might have heard in "Electric Counterpoint" by Metheny, or you could hear Glass-like brasses in "Come alive Diana". 
Very interesting are the rhythmic aspects of all the songs, and that comes almost as a statement in "MY KZ, UR BF" where the band almost tells us "we don't want to mess with 44 here!". Very sought-after and rich are the sounds throughout the album, almost as if the band wanted to state their intention not to bore and to continuously surprise the listener. 
Flighty and eccentric are the lyrics, worthy of a work that surely isn't ordinary in its conception nor execution. Worthy of mention is the track "Photoshop Handsome", which is fun in all its aspects: sound, lyrics and video. 


WHY DO I SUGGEST IT:

Surely for its powerful vitality, the oddity used to write and arrange all the tracks. This is a surprising album, where the care invested in crafting each tracks comes as a surprise in a time in which generally just the songs programmed to be released as singles are receiving the appropriate "love". It doesn't come as a surprise to me reading that the album received nominations for the "Ivor Novello" and the "Mercury prize".

WHY DO I ADVISE AGAINST IT:

"Man Alive" surely is an album that reflects the will to grasp for an agitated sound, using a nervous unrelenting rhythm. A careless listening is ill-advised, you should give it a listen at night, when you can better appreciate its intricate polyrhythms and arrangements. It can also be noted that the continuous use of falsetto by singer Jonathan Higgs can be tiring (it was tiring to me). Also, if you are expecting great ballads, unforgettable melodies, or breathtaking solos, this is not an album for you.

Mattia

venerdì 13 aprile 2012

Un calcio in bocca fa miracoli

"La grande distribuzione ha spazzato via i negozietti di quartiere: oramai siamo tutti anime afflitte in fila alla cassa, che guardano con odio il carrello troppo pieno del tale che ci precede"

"Tornando a casa in auto, mi convinsi che il talento e l'intelligenza partecipano a due campionati diversi"

giovedì 12 aprile 2012

Plutarco - Consigli politici.

I. "Anzitutto sia stabilita per l'attività politica come base sicura e stabile  la scelta che trae il suo principio sul giudizio e sulla ragione e non un fuoco di paglia dettato da vanagloria o amore di contesa o per mancanza di altre attività. come infatti coloro che in casa non hanno niente di buono da fare passano la maggior parte del tempo in piazza, anche se non ne hanno alcun bisogno, così alcuni per non avere niente altro da fare di personale che sia degno d'attenzione si buttano nei pubblici affari prendendo la politica per passatempo. Molti d'altra parte, che a caso si sono dati alla politica, una volta che ne siano ben sazi, non possono staccarsene facilmente , provano la stessa condizione di quelli che saliti su una barca per dondolarsi un po', ma poi trascinati in alto mare, ne soffrono il male. [...] Né bisogna volgersi alla politica per desiderio di imbrogli o di lucro"

II. "Quelli che si occupano di politica non solo debbono dare conto di quello che dicono e fanno in pubblico, ma si indaga anche con curiosità, sul loro banchetto, sugli amori, sul matrimonio, su quanto fanno di scherzoso o di serio."

III. "Infatti quando sembra che il potere sia diviso tra molti, non solo la sua grandezza arreca minore invidia, ma anche gli affari pubblici vengono portati a termine in modo migliore. Infatti la ripartizione della mano in cinque dita non l'ha minimamente indebolita, ma ne ha reso l'uso più pratico e adeguato, così colui che fa parte anche con altri nel portar avanti gli affari pubblici, rende più efficace la propria azione nel metterla in comune con altri. Chi invece per insaziabile brama di gloria e di potere avoca a sé tutto il peso della città, e si sobbarca ai compiti per i quali non è nato né è stato esercitato, [...] non ha alcuna scusante quando sbaglia."

venerdì 30 marzo 2012

Seneca - La fermezza del saggio

I. <<Ogni delitto si può ritenere compiuto, relativamente a quanto basta per essere colpevoli, anche prima della riuscita dell'azione>>

II. <<I caratteri fiacchi a causa di un ozio eccessivo, effeminati, che vivono spensierataemnte per mancanza di offese vere, sono turbati da questi insulti, la maggior parte dei quali consiste in un errore di interpretazione. Pertanto chi è turbato dalla contumelia, mostra di non avere né saggezza né fiducia in sé stesso.>>

III. <<Come non si compiacerà dell'omaggio di un mendicante, e non si riterrà offeso se uno dell'infima plebe non ricambierà il suo saluto, così neppure si inorgoglirà se molti ricchi lo guarderanno con ammirazione - sa, infatti, che essi non sono per niente diversi dai mendicanti, anzi sono ancor più miseri; quelli hanno bisogno di poco, questi di molto>>

IV. << Quello che fece Catone, quando subì un colpo in volto: non diede in escandescenze, non punì l'offesa, né la perdonò, ma negò che gli fosse stata fatta; non la riconobbe, dimostrando un animo ancor più grande che se l'avesse perdonata.>>

V. <<Ma la libertà non consiste nel non patire alcunché, ci sbagliamo: la libertà consiste nell'innalzare l'animo al di sopra delle offese e nel formare sé stesso in modo tale che soltanto da sé scaturisca tutto il bene di cui bisogna gioire, nel separare da sé le cose esterne, affinché non si debba condurre una vita inquieta tememndo il riso di tutti, la lingua di tutti.>>

VI <<Difendi il posto che la natura ti ha assegnato. Mi chiedi quale sia questo posto? Quello di uomo. Il saggio ha un altro mezzo di salvezza, opposto a questo: voi, infatti, combattete la battaglia, egli ha già conseguito la vittoria.>>

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De tranquillitate animi

I. <<[...]Tutti si trovano nella stessa condizione, sia quanti sono tormentati dall'incostanza e dal tedio e dal continuo mutamento dei propositi, ai quali sempre piace di più ciò che hanno lasciato, sia quelli che si lasciano marcire tra gli sbadigli. Aggiungi quelli che si agitano non diversamente da quanti hanno il sonno difficile e si mettono in questa o in quell'altra posizione finché non trovano pace per stanchezza: cambiando continuamente modo di vivere da ultimo si fermano in quello in cui li sorprende non il fastidio per i cambiamenti ma la vecchiaia restia ai rinnovamenti. Aggiungi anche quelli che sono poco duttili non per colpa della loro fermezza, ma per colpa della loro inerzia, e vivono non come vogliono, ma come hanno cominciato. Di qui innumerevoli sono le caratteristiche, ma uno solo l'effetto del male, l'essere scontenti di sé. Questo trae origine dall'incostanza dell'animo e da desideri timidi o poco fortunati, laddove gli uomini o non osano quanto vogliono o non lo ottengono e sono tutti protesi nella speranza; sono sempre instabili e mutevoli, il che è inevitabile succeda a chi sta con l'animo in sospeso. Tendono con ogni mezzo al soddisfacimento dei loro desideri e si addestrano e si costringono a obiettivi disonorevoli e ardui, e quando la loro fatica è priva di premio, li tormenta il disonore che non ha dato frutto, ne si rammaricano di aver teso a obiettivi ingiusti ma di averlo fatto invano. Allora li prende sia il pentimento di quello che hanno intrapreso sia il timore di intraprendere altro e si insinua in loro quell'irrequietezza dell'animo che non trova vie d'uscita, poiché non possono né dominare i loro desideri né assecondarli, e l'irresolutezza di una vita che non riesce a realizzarsi e l'inerzia dell'animo che s'intorpidisce tra desideri frustrati. E tutto ciò risulta più grave, laddove per il disgusto di una vita infelice piena di impegni si sono rifugiati nell'ozio, nella vita privata, condizione che non più sopportare un animo teso all'impegno civile e desideroso di agire e per natura insofferente del quieto vivere, [...]

Di qui quella noia e quel disgusto di sé, e l'irrequietezza dell'animo che non trova mai un dove, e la triste e penosa sopportazione del proprio ozio, soprattutto quando si ha ritegno nell'ammetterne le cause e il pudore ha ricacciato dentro le ragioni del tormento, mentre le passioni bloccate in uno spazio angusto si soffocano a vicenda senza trovare sbocchi: di li mestizia abbattimento e mille ondeggiamenti della mente incerta, tenuta in sospeso dalle speranze accarezzate, intristita da quelle abbandonate; di li quello stato d'animo di quanti detestano il loro ozio, lamentano di non aver nulla da fare e la terribile invidia verso i successi altrui. Infatti l'inerzia infelice alimenta il livore e desiderano che tutti cadano in rovina, perché loro non hanno potuto progredire; quindi da questo avversare i progressi altrui e dal disperare dei propri l'animo passa ad adirarsi contro la sorte e a covare la propria pena, mentre prova fastidio e disgusto di sè.>>


II. <<Anche la spesa più grandiosa per gli studi conserva un senso finché conserva una misura. A che scopo innumerevoli libri e biblioteche, il cui proprietario in tutta la sua vita a stento arriva a leggere per intero i cataloghi? La massa di libri grava sulle spalle di chi deve imparare, non lo istruisce, ed è molto meglio che tu ti affidi a pochi autori piuttosto che tu vada vagando attraverso molti. Ad Alessandria andarono in fiamme quarantamila libri; altri loderebbero il magnifico monumento di opulenza regale, come Tito Livio, che ne parla come di un’opera insigne di stile e buona amministrazione dei re: non fu un fatto di stile o di buona amministrazione quello, ma un esibizione di lusso per gli studi, anzi non per gli studi, dal momento che l’avevano apprestata non per lo studio ma per l’apparenza così come per molti ignari anche di sillabari per l’infanzia i libri non rappresentano strumenti di studio ma ornamento delle sale da pranzo. Dunque ci si procurino libri nella quantità necessaria, non per rappresentanza. “Più dignitosamente” dici tu “i soldi se ne andranno per questo che per bronzi di Corinto e quadri.” Ciò che è troppo è sbagliato ovunque. Che motivo hai di giustificare un uomo che si procura librerie fatte di legno di cedro e di avorio, che va in cerca di raccolte di autori o ignoti o screditati e tra tante migliaia di libri sbadiglia, a cui dei suoi volumi piacciono sopratutto i frontespizi e i titoli? Dunque, a casa dei più pigri vedrai tutte le orazioni e le opere storiografiche che esistono, scaffali che arrivano fino al soffitto; ormai infatti tra i bagni e le terme si tiene lustra anche la biblioteca come un ornamento necessario della casa. E le potrei giustificare, certo, se si sbagliasse per troppa passione per gli studi: ora codeste opere di sacri ingegni ricercate e suddivise con i loro ritratti vengono procurate per abbellire e decorare le pareti.>>

domenica 26 febbraio 2012

"Le icone di Hiroshima" di Annarita Curcio

I. <<Contemplando l'icona si percepisce la presenza di ciò che è raffigurato. Così come, quando si ama, la fotografia  della persona amata interpella il cuore di chi osserva.>>

II. <<Le foto del turista - spesso in un viaggio che prevede più tappe visitate secondo il ritmo mortificante dei mordi e fuggi - sono per definizione un tipo di immagine scattate automaticamente e d'impulso, che predilige codici molto convenzionali, ovvero la veduta frontale e la posizione del soggetto al centro dell'inquadratura con il monumento a fare da sfondo. Così facendo, il visitatore di Hiroshima banalizza e profana pur non volendo, il significato originario del monumento. Il Genbaku Dome viene trasformato allora in stereotipo e, pur ereditando una funzione ben precisa, diventa come il Colosseo, il Ponte di Brooklyn o la Tour Eiffel, un luogo "reificato", ovvero ridotto a oggetto e cartolina. Pierre Daninos, celebre umorista francese, autore del libro "un gerto signor Blot, dipinge con pungente sarcasmo lo zelo dei fanatici della fotografia: "non appena arrivano in vacanza davanti a un panorama o un campanile famoso, è al loro apparecchio che pensano innanzitutto questi viaggiatori. [...] Invece di contemplare il panorama con gli occhi della loro testa, queste persone si affrettano a farlo ammirare al terzo occhio estratto dall'addome". Dimentico dell'arte raffinata della contemplazione silenziosa che si impone davanti a certi monumenti, il turista con la mania della fotografia si profonde in una laboriosa ricerca di immagini. Finisce così con il viaggiare senza vedere, col non guardare ciò che fotografa. Sostituisce alla laile incertezza delle impressioni soggettive, la certezza definitiva di un'immagine oggettiva. Torna a casa con un mucchio di foto.cartoline da mostrare ad amici e partenti, senza aver compiuto una vera riflessione sui luoghi che ha appena visitato. Insomma, il Genbaku Dome diventa mero cliché sottoposto com'è a questo regime di citazione seriale da parte di un turismo, che fa un uso amatoriale della fotografia intesa come mero souvenir o, se si vuole , versione moderna della reliquia dei pellegrini: frammento staccato della realtà e portato a casa con la funzione di riattivare il ricordo. Eppure quando impugna la macchina fotografica, il turista crea una barriera fisica tra sé e ciò che lo circonda. In questo modo, egli ridimensiona il proprio coinvolgimento cognitivo ed emotivo, delegando a uno strumento il compito di ricordare.>>


sabato 4 febbraio 2012

Films

-"Tell me Doctor, are you very expensive?"
-"Very"
-"I'm sure you occasionally make exceptions"
-"Never"
-"Well I mean once in a while a case must come along that really interest you"
-"At fifty dollars and hour, all my cases interest me"

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venerdì 3 febbraio 2012

Vita da single

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 Tuttavia mi preme informarti del fatto che, basandosi sulle statistiche ISTAT, potrei morire a 75 anni, quindi verso il 2057- hai ancora solo circa 45 anni di tempo per chiamarmi

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