Sic volvenda aetas commutat tempora rerum.

domenica 11 gennaio 2015

Voltaire - Trattato sulla tolleranza


VOLTAIRE - TRATTATO SULLA TOLLERANZA (1763)



I. <<Come dunque potrà credersi abbastanza sicuro della propria fede da trattare come nemici di Dio tutti coloro che la pensano diversamente da lui? Considererà forse il sentimento interno che lo condiziona come una prova giuridica che gli dà dei diritti sulla vita o sulla libertà di coloro che hanno altre opinioni? Come non potrà accorgersi che coloro che professano un'altra dottrina hanno contro di  lui un diritto altrettanto legittimo di quello che egli esercita contro di loro?>>

II. <<Un'opinione che prescrivesse esplicitamente la sedizione o l'assassinio come un dovere potrebbe essa sola venire trattata come delittuosa; ma, in questo caso, non si tratterebbe più di intolleranza religiosa,  ma dell'ordine e della pace della società.>>

III. <<L'interesse generale dell'umanità questo primo obiettivo di tutti i cuori virtuosi richiede la libertà d'opinione, di coscienza, di culto: in primo luogo perché questo è il solo modo per stabilire tra gli uomini una vera fraternità; poiché dato che è impossibile unirli nelle medesime opinioni religiose, bisogna insegnare loro a considerare, a trattare come propri fratelli quelli che hanno opinioni contrarie alle loro.>>

IV. <<La filosofia, la sola filosofia, questa sorella della religione, ha disarmato mani che la superstizione aveva così a lungo insanguinate; e lo spirito umano, destatosi dalla sua ebbrezza, si è stupito degli accessi a cui aveva trascinato il fanatismo.>>

V.<<"Credi,o ti aborrisco; credi, o ti farò tutto il male che potrò; mostro, tu non segui la mia religione, tu non hai quindi nessuna religione: bisogna che i tuoi vicini, la tua città, la tua provincia ti abbiano in orrore." Se il comportarsi in questo modo fosse conforme al diritto umano, bisognerebbe dunque che il giapponese detestasse il cinese, che a sua volta dovrebbe esecrare il siamese; questi perseguiterebbe i gangaridi, che si getterebbero contro gli abitanti dell'indo; un mongolo strapperebbe il cuore al primo malabarico che trovasse; il malabarico potrebbe sgozzare il persiano, che potrebbe massacrare il turco; e tutti insieme si scaglierebbero contro i cristiani, che si sono così a lungo divorati tra loro. Il diritto all'intolleranza è dunque assurdo e barbaro; è il diritto delle tigri, anzi è ben più orribile, perché le tigri non si sbranano che per mangiare, mentre noi ci siamo sterminati per dei paragrafi. >>

VI. <<"La natura dice a tutti gli uomini: 'Vi ho fatto nascere deboli e ignoranti, perché vegetiate alcuni minuti sulla terra e la ingrassiate con i vostri cadaveri. Poiché siete deboli, aiutatevi; poiché siete ignoranti, illuminatevi e sopportatevi. Quand'anche foste tutti della stessa opinione, il che certamente non accadrà mai, quando non vi fosse che un solo uomo di opinione contraria, gli dovreste perdonare: poiché sono io che lo faccio pensare come pensa. Vi ho dato braccia per coltivare la terra, e un piccolo barlume di ragione per guidarvi; ho messo nei vostri cuori un germe di compassione perché vi aiutate gli uni gli altri a sopportare la vita. Non soffocate questo germe, non corrompetelo, sappiate che è divino, e non sostituite i miserabili fuori della scuola alla voce della natura.
"Sono io sola che vi unisco ancora vostro malgrado grazie ai vostri reciproci bisogni, nel cuore stesso delle vostre guerre crudeli intraprese con tanta leggerezza, teatro interno di errori, di casi e di sventure. Sono io sola che, in una relazione, limito le conseguenze funeste della divisione interminabile tra la nobiltà e la magistratura, tra questi due corpi e quelli del clero, tra il borghese stesso e il coltivatore. Essi ignorano tutti i limiti dei loro diritti; ma tutti ascoltano loro malgrado, alla lunga, la mia voce che parla al loro cuore. Io solo mantengo l'equità nei tribunali, dove tutto sarebbe lasciato senza di me in balìa dell'indecisione e dei capricci, in mezzo a un mucchio confuso di leggi fatte spesso a caso e per un bisogno passeggero, diverse tra di loro da provincia a provincia, da città a città, e quasi sempre in contrasto tra di loro nello stesso luogo. Io sola posso ispirare la giustizia, quando le leggi non ispirano che liti. Chi mi ascolta giudica sempre bene; e chi non cerca che di conciliare opinioni contraddittorie, si perde.
"Vi è un edificio immenso di cui ho posto le fondamenta con le mie mani: era solido e semplice, tutti gli uomini potevano entrarvi con sicurezza; essi hanno voluto aggiungervi gli ornamenti più bizzarri, più grossolani e più inutili; la costruzione cade in rovina da tutte le parti; gli uomini ne prendono le pietre e se le tirano in testa; io grido loro: 'Fermatevi, allontanatevi da queste funeste rovine che sono opera vostra e abitate con me in pace nell'edificio incrollabile che è il mio">>

venerdì 2 gennaio 2015

SAGGI SCETTICI - BERTRAND RUSSELL



I. << C'è una gioia gagliarda nella ferma percezione del nostro vero posto nel mondo, e un dramma più emotivo di qualsiasi altro possibile a coloro che si nascondo dietro le chiuse mura del mito. Vi sono "mari perigliosi" nel mondo del pensiero, sui quali possono navigare soltanto coloro che siano pronti a fronteggiare la propria impotenza fisica. E sopratutto, c'è la liberazione dalla tirannia della Paura , che offusca la luce del giorno e fa degli uomini tanti crudeli vermi striscianti. Nessuno può liberarsi dalla Paura se non osa vedere il suo posto nel mondo così com'è; nessuno può toccare la grandezza di cui pur è capace, se prima non ha la forza di vedere la sua piccolezza.>>