Sic volvenda aetas commutat tempora rerum.

sabato 27 ottobre 2012

Perché non sono cristiano. - Bertrand Russell

I. <<La fede in Dio serve tuttora a umanizzare il mondo della natura, e a dare all'uomo la sensazione che le forze fisiche siano sue alleate.>>


II. <<Non sono giovane e amo la vita ma disdegno di abbatermi al pensiero dell'annietamento. La felicità non è meno vera, anche se deve finire.>>


III. <<Non appena le asserzioni di una determinata persona divengono verità assolute, c'è tutta una schiera di esperti che si incarica di interpretarle, e sono questi esperti che, infallibilmente, diventano potenti perché dicono di possedere la chiave della verità, e, come tutte le caste privilegiate, sfruttano il potere a proprio vantaggio. Siccome, poi, il loro compito è la diffusione della verità immutabile e assoluta, diventano necessariamente contrari a qualsiasi progresso intellettuale e morale.>>

IV.<<Se cristianesimo è verità, l'uomo non è il misero verme che si dice, poiché questo verme suscita l'interesse del Creatore dell'universo, il quale si preoccupa  di noi e ci segue da vicino. Se Dio fa questo, è molto cortese nei nostri riguardi. Noi  non stiamo certo a osservare un nido di formiche, per sapere quali di esse hanno compiuto il loro dovere e quali sono state negligenti. C'è poi la teoria, relativamente moderna,  che l'evoluzione cosmica è tutta destinata a procurare  quei risultati che noi definiamo buoni, vale a dire quei risultati che ci procurano piacere. È lusinghiero supporre che l'universo sia regolato da un Essere che ha i nostri stessi gusti e pregiudizi.>>

V. <<Dio e immortalità, dogmi basilari della religione cristiana, non hanno alcun fondamento scientifico. Queste dottrine non sono essenziali alla religione: il buddismo infatti non le contempla. Per noi occidentali, al contrario, queste dottrine sono il minimo indispensabile per una qualsiasi teologia. Senza dubbio si continuerà a credere in questi due dogmi, perché sono piacevoli, così come è piacevole ritenere virtuosi noi stesi e cattivi i nostri nemici.>>

VI. << La religione è un tentativo di sopraffare questa antitesi (spirito-materia) Se il mondo è controllato da Dio, e Dio può essere commosso dalla preghiera, l'uomo acquisisce parte dell'onnipotenza. [...]  La fede in Dio serve tuttora a umanizzare il mondo della natura, e a dare all'uomo la sensazione che le forze fisiche siano sue alleate. Similmente l'immortalità allontana il terrore della morte. Chi morendo, crede di entrare nella vita eterna dovrebbe guardare la morte senza orrore, ma, fortunatamente per i medici, questo avviene ben di rado. Tuttavia, questa fede nell'immortalità attenua un poco la paura degli uomini anche se non può ] So  che alla mia morte dovrò imputridire e che nulla  del mio ego sopravvivrà. Non sono giovane e amo la vita ma disdegno di abbattermi al pensiero dell'annientamento. La felicità non è meno vera, anche se deve finire. Il pensiero e l'amore non perdono il loro valore se non sono eterni. Anche se le finestre spalancate della scienza al primo momento ci fanno rabbrividire, abituati come siamo al confortevole tepore casalingo dei miti tradizionali, alla fine l'aria fresca ci rinvigorirà.>>

VII. <<La vita retta, come noi la concepiamo, richiede una quantità di presupposti sociali, senza i quali non può essere realizzata: essa deve essere ispirata dall'amore e guidata dalla conoscenza. La conoscenza necessaria può esistere soltanto dove la classe dirigente  impegni se stessa a diffonderla. Il sapere scientifico, storico, letterario e artistico dovrebbe essere messo alla portata di tutti con giusti provvedimenti da parte delle pubbliche autorità. Pur nella differenza tra vita onesta e vita disonesta il mondo è un'unità , e colui che pretende di vivere la propria vita avulso dalla società è un parassita più o meno consapevole.>>

IIX. <<Una volta l'uomo era soggetto alla natura; alla natura inanimata: clima e terreno; e alla natura propria: istinto di conservazione dell'individuo e della specie. Questo senso di soggezione venne sfruttato dalla religione, la quale trasformò la paura in dovere, e la rassegnazione in virtù. L'uomo moderno, che finora sembra esistere in pochissimi esemplari, vede tutto sotto un altro aspetto. Il mondo materiale non è per lui un ato che si deve accettare con riconoscenza o implorare con devote suppliche; è il grezzo materiale delle sue manipolazioni scientifiche. A un deserto bisogna portare acqua; da una palude malsana bisogna toglierla. Né la palude né il deserto possono conservare indefinitamente la loro naturale ostilità all'uomo. Nella lotta con la natura fisica, non abbiamo più bisogno che Dio ci aiuti contro Satana.>>

IX. <<Il peccato è ciò che spiace a coloro che sovrintendono all'educazione. Ai detentori del potere scientifico incombe una nuova e grave responsabilità. Sino a ora l'umanità è sopravvissuta perché, per quanto folli fossero i suoi intenti, essa non possedeva le conoscenze necessarie per conseguirli. Ora che questa conoscenza sta per essere acquisita, s'impone un più alto grado di saggezza nel considerare gli scopi della vita.>>