Sic volvenda aetas commutat tempora rerum.

giovedì 12 aprile 2012

Plutarco - Consigli politici.

I. "Anzitutto sia stabilita per l'attività politica come base sicura e stabile  la scelta che trae il suo principio sul giudizio e sulla ragione e non un fuoco di paglia dettato da vanagloria o amore di contesa o per mancanza di altre attività. come infatti coloro che in casa non hanno niente di buono da fare passano la maggior parte del tempo in piazza, anche se non ne hanno alcun bisogno, così alcuni per non avere niente altro da fare di personale che sia degno d'attenzione si buttano nei pubblici affari prendendo la politica per passatempo. Molti d'altra parte, che a caso si sono dati alla politica, una volta che ne siano ben sazi, non possono staccarsene facilmente , provano la stessa condizione di quelli che saliti su una barca per dondolarsi un po', ma poi trascinati in alto mare, ne soffrono il male. [...] Né bisogna volgersi alla politica per desiderio di imbrogli o di lucro"

II. "Quelli che si occupano di politica non solo debbono dare conto di quello che dicono e fanno in pubblico, ma si indaga anche con curiosità, sul loro banchetto, sugli amori, sul matrimonio, su quanto fanno di scherzoso o di serio."

III. "Infatti quando sembra che il potere sia diviso tra molti, non solo la sua grandezza arreca minore invidia, ma anche gli affari pubblici vengono portati a termine in modo migliore. Infatti la ripartizione della mano in cinque dita non l'ha minimamente indebolita, ma ne ha reso l'uso più pratico e adeguato, così colui che fa parte anche con altri nel portar avanti gli affari pubblici, rende più efficace la propria azione nel metterla in comune con altri. Chi invece per insaziabile brama di gloria e di potere avoca a sé tutto il peso della città, e si sobbarca ai compiti per i quali non è nato né è stato esercitato, [...] non ha alcuna scusante quando sbaglia."

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